7 febbraio 2019
Un anno senza di te è stato strano, assurdo per certi versi, doloroso, surreale. Guardi ad ogni evento dell’anno con la nuova etichetta “Il primo… senza”. Il primo natale senza dite, il primo compleanno, la prima gioia senza poterla condividere, il primo nuovo successo dei tuoi nipoti senza di te pronta ad abbracciarli, la prima colazione al bar che amavi tanto, seduta da sola. Un anno strano, che ha portato il nostro ultimo addio così lontano e sempre così strettamente vicino appena chiudo gli occhi. Un anno pieno di rabbia per tutte quelle cose che non mi so spiegare. Un anno pieno di silenzi, a tratti di solitudine perché certe cose che erano solo nostre ora sono solo mie e, come sai, a me le cose solo mie non sono mai piaciute. 365 giorni in cui ti ho cercato nei suoni, nei profumi, nei sogni, nelle richieste che ti facevo per vedere se poi in fondo in fondo è vero che rimanete vicino a noi, ma senza trovare conforto in niente di tutto questo. E il dire che si va avanti, che le lacrime tanto prima o poi finiscono, che si impara a sopravvivere al dolore, che la vita va avanti e tanti altri luoghi comuni che servono solo a prenderci in giro, mi lasciano solo con tanto amaro in bocca. Un anno senza di te… e ora passerò al dire “la seconda volta senza…” e si va avanti, ma solo perché indietro, purtroppo, ancora non è possibile tornare.