“Ma in quanti sono lì sotto?” Disse Amelia sporgendosi dalle scale senza riuscire a vedere nessuno. Continuando a borbottare entrò nel salone, poggiando un grande contenitore sul tavolo in legno “Ma ai tempi nostri stavamo chiusi a casa il sabato sera? Ormai sono solo Playstation e Xbox… ma le ragazze le frequentano?”.
Daria era restata ad ascoltare senza neanche riuscire a salutarla e chiudendo la porta le veniva da ridere sotto ai baffi. “Ne riparliamo quando anche tuo figlio avrà sedici anni! Comunque sono solo in quattro ma valgono il doppio per quanto mangiano e per il rumore che riescono a fare” le rispose continuando a portare in terrazza piatti e bicchieri.
A Luglio la cena di rito era sempre molto attesa. Alcune di loro non si vedevano per il resto dell’anno, prese ognuna dalla propria vita e da ritmi completamente diversi. Fortunatamente quella sera il caldo aveva lasciato spazio ad una leggera brezza che rendeva lo stare fuori più piacevole. “Le due Serene stanno arrivando, peccato invece che Livia non riesca a venire quest’anno, ma domani parte per la montagna ed era ancora in alto mare. Ma ce la faremo prima o poi a lasciare tutto e tutti per una settimana e a tornarci tutte insieme in mezzo ai nostri monti? Sarebbe un sogno”.
Le due amiche si erano sedute per qualche minuto in terrazza, mancava ancora mezz’ora all’ora dell’appuntamento e ormai era tutto pronto. Sul tavolo delle piccole candele acquatiche erano state messe dentro a delle bolle piene di acqua in attesa di essere accese. I bicchieri di vetro colorato davano un tocco di colore sulla tovaglia di lino bianca e i due cestini messi al centro profumavano di pane appena tolto dal forno. Amelia prese un piccolo panino alle noci, passandoselo da una mano all’altra per non scottarsi: “Ma veramente lo hai cotto nella friggitrice ad aria? Questo 2022 mi sta sconvolgendo con tutte queste nuove mode per cucinare. Io ancora uso solo il forno tradizionale e i fornelli. Niente microonde, friggitrici e altre diavolerie… la tua cucina sembra il reparto piccoli elettrodomestici di Mediaword!”. Le due scoppiarono a ridere mentre Daria versava due bicchieri di prosecco prima di sprofondare sulla sdraio rossa.
Il pane era veramente squisito e Amelia lo divideva con il piccolo coniglio che scorrazzava tra le loro gambe. Tutte e due avevano un vestito di cotone che arrivava poco più sotto delle ginocchia e che si muoveva di tanto in tanto quando il venticello estivo si incanalava dal giardino fino ad arrivare qualche scalino più sopra, dove avrebbero cenato tutte insieme. Restarono qualche istante in silenzio, respirando a pieni polmoni mentre il profumo del pane si mescolava a quello dei gelsomini.
Sobbalzarono quando il citofono fece un suono secco e improvviso, riportandole alla realtà immersa nel leggero vociare dei ragazzi al piano di sotto. “Mamma vado io” disse Adriano correndo su per le scale. Francesca e Fabiana entrarono in casa aprendo subito dopo il cancello ad Alessia che avevano visto arrivare da lontano.
“Pane! Non ci posso credere che ti viene voglia di farlo anche d’estate, con questo caldo! Hai fatto anche quello alle cipolle croccanti? Sai che lo adoro” disse Fabiana mentre portava in frigo la torta alle fragole di Nemi fatta da sua madre e prima di andare alla ricerca del gatto che si era nascosto chissà dietro a quale mobile. “Ciao a tutte, sono l’ultima?” Disse Alessia entrando con due bottiglie di vino bianco ancora freddo di frigo.
“Figurati, mancano ancora Serena e Serena che chissà dove sono finite!” Rispose Amelia baciando tutte le nuove arrivate.
“Ciao a tutte. Torno giù, dobbiamo finire il torneo” disse Adriano approfittando del caos per scappare nuovamente dal fratello al piano di sotto e ai due amici convocati per giocare alla Ps5. “È identico a tuo padre, sta diventando più bello ogni giorno che passa” disse Francesca salutandolo con la mano mentre lo vedeva scomparire nel buio delle scale.
“Bello è bello, ma cavolo come sono diversi da come eravamo noi” ribatté Amelia tornando sulle sue convinzioni. Bussarono alla porta e quando Alessia la aprì si trovarono le due amiche mancanti già pronte sul pianerottolo. Fiori, piatti con i contorni e ciambelline al vino entrarono in casa con le due amiche sempre bionde e solari e piene di buste e pacchi da riuscire a mala pena ad aprire la porta.
Le due Serene. Tornando indietro nel tempo, a quei favolosi anni novanta, erano l’anima del gruppo insieme ad Amelia, quelle che organizzavano sempre tutto, quelle che venivano invitate a tutte le feste. Ancora adesso appena arrivavano loro la festa poteva iniziare.
“Amelia ti si sente urlare dalla strada, basta con questa storia che ai tempi nostri eravamo diversi… e meno male, hai visto ora le ragazze come sono carine e curate? Noi già e tanto se ci toglievamo i peli dalle gambe”. Tutte scoppiarono a ridere alle parole di Serena, rivedendosi a diciassette anni alle prese con brufoli, vestitoni larghi e scarpe basse che aiutavano a rendere la silhouette ancora più acerba.
Ognuna cominciò a prendere i piatti lasciati in cucina con la pasta fredda, le polpette di melanzana fritte, affettati e formaggi. Serena aprì uno dei contenitori di vetro che avevano portato con dentro le torte rustiche e una insalata di riso.
“Avete intenzione di restare per molti giorni?” disse Daria in tono scherzosamente preoccupato, vedendo tutte le cose che avevano potato da mangiare “Fortuna che facciamo questa cena solo una volta l’anno altrimenti dovrei seriamente pensare all’idea di trovami un bravo dietologo” rispose l’altra Serena che aveva finalmente raggiunto il gruppo sulla terrazza.
Prima di iniziare a mangiare fecero delle foto con il cellulare a tutto quello che aveva inondato la tavola, non lasciando neanche uno spazio libero tra bevande e pietanze e cominciarono a inviarle sul loro gruppo whatsapp così da far vedere a Livia cosa si fosse persa. “Ecco ai tempi nostri le mamme mica stavano a sprecare il loro tempo a fare fotografie invece di mangiare” disse Daria imitando la voce di Amelia che scoppiò subito a ridere “Stupida” rispose con il suo tono di voce tonante.
La serata proseguì come sempre, ad aggiornarsi su cosa fosse accaduto nell’anno che si erano appena lasciate alle spalle, a spettegolare su questo o quello e a chiedere che fine avessero fatto gli altri. Il tutto mentre i piatti man mano si svuotavano e con i calici che continuavano a tintinnare ad ogni buona scusa veniva trovata per brindare.
“Daria, perché non facciamo una seduta spiritica?” Disse Alessia, portando il silenzio in tavola. “Ma che sei matta, lo sai che al posto di questo palazzo prima ci stavano le suore, con tanto di cappella? Non si fanno queste cose! E poi ho paura lo sapete” Esordì Serena mentre aveva cominciato a ritirare i piatti per prendere la torta in frigo e proseguire con i dolci. Il pensiero andò come sempre a Cecilia e un velo di malinconia scese sul gruppo. Dopo la sua morte si ripromisero di non perdersi mai e che una volta l’anno avrebbero dovuto vedersi, a Luglio solo loro sette e così accadde. Era un modo per continuare a sentirla viva grazie alla forza del gruppo a cui anche lei aveva fatto parte.
Quando finirono di mangiare e chiacchierare era passata la mezzanotte da un bel po’ e così, dopo aver sparecchiato e sistemato tutte insieme come avevano sempre fatto, cominciarono ad andare via portandosi dietro la gioia di una nuova serata passata insieme con qualche ruga in più ma sempre con lo stesso spirito ad unirle.
La porta di casa si chiuse, lasciando scemare le loro voci pian piano mente le sentiva andare via verso le proprie macchine. Nessuna di loro abitava più in zona e questo fu un vero colpo, una presa di coscienza del diventare grandi e del lasciare il nido in cui tutte erano cresciute in simbiosi.
Daria spense le luci e rimase un altro po’ sulla terrazza aspettando che anche gli amici dei figli andassero via. Tornò con il pensiero a Cecilia e il suo cuore, come sempre accadeva, si sentì immerso in una scatola piena di ovatta. Chiuse gli occhi dopo aver impresso nella mente il cielo stellato che aveva su di sé. Quei punti luminosi, lontani anni luce continuavano a splendere nei suoi pensieri, mentre il frastuono del nulla le riempiva le orecchie, allontanando sempre più il passaggio delle poche macchine che invadevano la strada notturna a pochi metri dal suo giardino.
“Niente sarà più come prima” disse a voce bassa per non farsi sentire se non dai suoi pensieri e una lacrima le bagnò la guancia, asciugata furtivamente per paura che i suoi figli la potessero vedere.
Amiche, fa parte dei 6 capitoli aggiuntivi pubblicati come Spin-off del Romanzo l’Undicesimo giorno della Falena uno al mese a partire da Aprile 2022. La pubblicazione sarà gratuita su tutti i social dell’Autrice e della Casa Editrice La Ragnatela Editore.
Il romanzo in versione digitale e cartaceo potrà essere acquistato su Amazon e nelle migliori librerie italiane.
L’undicesimo giorno
della falena
Eva Forte
L’undicesimo giorno
della falena
Eva Forte
© 2022 La Ragnatela Editore
ISBN: 9788899651336
info@laragnatelaeditore.it